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dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

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dai GIORNALI di OGGI

Il rapporto del centro studi Prevo.lab di Milano

Cocaina e pasticche: le prenderanno

almeno un milione di italiani

Previsioni per il 2012. Torna l’eroina

MILANO - La crisi rallenta il mercato della droga. Ma i con­sumatori continuano a cresce­re. E se la cocaina si conferma "una piaga sociale", il futuro sa­rà in realtà un ritorno: quello dell’eroina, il cui mercato è pre­visto in aumento del 40 per cen­to nei prossimi tre anni. Nel 2012 i consumatori delle dro­ghe "da discoteca" arriveranno a circa un milione (700 mila snifferanno cocaina e 270 mila cercheranno lo sballo con l’ec­stasy e gli anfetaminici). Il dato corrisponderà al 3% degli italia­ni tra i 15 e i 54 anni. Ma a pre­occupare è l’abbassamento dei prezzi delle droghe, già ai mini­mi storici: per una dose di pol­vere bianca nel 2012 si spende­ranno 13 euro. Solo 7 per una di eroina brown . Meno, molto meno, di una serata in pizzeria.

2009-07-24

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Il mio commento:
Ormai non è più tempo di indugiare, la lotta alla droga ed all'alcolismo è da combattere a tutto campo, con l'ausilio massiccio delle forze dell'ordine, l'informazione continua costante, della prevenzione a cominciare da tutte le scuole, della TV.

Non si può più tergivessare se si vogliono salvare i giovani, vanno puniti assolutamente spacciatori e consumatori.

Poi vanno realizzate da subito tutte le strutture territoriali per curare e recuperare i drogati e gli alcolizzati.

Deve essere sospeso a drogati ed alcolizzati l'accesso a pubblico impiego, a pubblico servizio, a gare ed appalti, alla patente, che deve essere sospesa nel caso di verifiche di uso di droghe o alcol alla guida.

Quando si dimostra di esserne usciti e si risulta riabilitati allora devono essere ripristinate le garanzie costituzionali sopradette sospese.

Chi guida sotto l'effetto di droga od alcol e come se commettesse un omicidio con un cannone per non sbagliare, invece che con la pistola, con la quale bisogna avere una mira precisa.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

 

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-07-24

Il rapporto del centro studi Prevo.lab di Milano

Cocaina e pasticche: le prenderanno

almeno un milione di italiani

Previsioni per il 2012. Torna l’eroina

MILANO - La crisi rallenta il mercato della droga. Ma i con­sumatori continuano a cresce­re. E se la cocaina si conferma "una piaga sociale", il futuro sa­rà in realtà un ritorno: quello dell’eroina, il cui mercato è pre­visto in aumento del 40 per cen­to nei prossimi tre anni. Nel 2012 i consumatori delle dro­ghe "da discoteca" arriveranno a circa un milione (700 mila snifferanno cocaina e 270 mila cercheranno lo sballo con l’ec­stasy e gli anfetaminici). Il dato corrisponderà al 3% degli italia­ni tra i 15 e i 54 anni. Ma a pre­occupare è l’abbassamento dei prezzi delle droghe, già ai mini­mi storici: per una dose di pol­vere bianca nel 2012 si spende­ranno 13 euro. Solo 7 per una di eroinabrown . Meno, molto meno, di una serata in pizzeria.

La cocaina

"Una strategia", dicono gli analisti, "per abbassare l’età dei consumatori e garantire co­sì una "base allargata" di tossi­codipendenti. Il mercato sta cambiando: dai narcos colom­biani ai coltivatori di oppio af­ghani fino agli spacciatori di strada o a quelli dellamovida e del porta a porta. Le previsioni del rapporto Prevo.lab (il labo­ratorio previsionale sulle dipen­denze della Lombardia) lo scor­so anno avevano messo in con­to un aumento dei consumato­ri di cocaina in Italia del 20% en­tro il 2011. Una stima che oggi viene rivista al ribasso: cresce­ranno, sì, ma soltanto del 5 per cento. Secondo Riccardo Gatti, direttore di Prevo.lab, il rallen­tamento è dovuto perlopiù alla crisi e alla flessione dei consu­mi in generale.

L’eroina

Come le multinazionali an­che i trafficanti hanno risentito della congiuntura economica, così i canali di distribuzione so­no stati costretti a differenziar­si. Secondo le stime per il trien­nio 2009-2012 gli eroinomani saranno 160 mila (40% in più ri­spetto ad ora). A partire dalle metropoli: Milano, Roma, Tori­no, Napoli. Un "boom pilota­to ", secondo le forze dell’ordi­ne: l’obiettivo è quello di garan­tire uno "zoccolo duro" con ele­vata dipendenza, superiore a quella della cocaina. Aumenta­re la diffusione dell’eroina nei giovani tra i 14 e i 16 anni, per gli spacciatori significa investi­re sul mercato dei prossimi 10 anni. "Oggi le organizzazioni, dalla ’ndrangheta ai narcos, agi­scono con mentalità imprendi­toriale. Non c’è una borsa inter­nazionale della droga, ma traffi­canti tendono ad autoregola­mentare il mercato. Ed è facile con i ragazzini che si fumano l’eroina".

Le cyber drugs

Cosa voglia dire applicare i dettami della macroeconomia al mercato degli stupefacenti è presto chiarito: i prezzi "al con­sumo " di coca ed eroina sono in costante discesa. Secondo i dati della Direzione centrale ser­vizi antidroga, per un grammo di polvere bianca oggi si paga­no 74 euro, che nel 2012 scende­ranno a 67. Una dose di coca (0,20 grammi) costerà 13 euro, mentre per l’eroina si scenderà a 7 euro. Costeranno di più solo gli spinelli: nel 2002 ci voleva­no 6 euro, nel 2012 saranno 11. La diffusione di hashish e ma­rijuana si confermerà altissima: tra i 5 e i 6 milioni di italiani. E da qui al 2012 sulla piazza si af­facceranno anche le "cyber drugs": i file Mp3 da sballo che conquisteranno la loro piccola fetta di mercato.

24 luglio 2009

 

 

 

 

I bambini e il gioco dello spacciatore

L’illusione della droga "buona" che inquina i sogni dei figli

Si dirà: ma anche noi un tempo, quando eravamo bambini, giocavamo a guardie e ladri o indiani e cowboys, con finte sparatorie e finte uccisioni. Anche noi mettevamo in scena confronti tra buoni e cattivi, situazioni emotivamente coinvolgenti, forse per esorcizzare le nostre paure, forse per allenarci giocando alla vita, forse perché non c’è gioco senza un minimo di incertezza e di brivido. Ancora oggi questi giochi con i dovuti aggiornamenti fanno parte del repertorio standard dei più piccoli.

Non necessariamente però chi gioca a guardie e ladri è fi­glio, fratello o nipote di malviventi o di poliziotti e carabinie­ri. Tantomeno ci si aspetta che i bambini impegnati in accani­te battaglie spaziali o tra indiani e cowboys rappresentino esempi casalinghi. In un meraviglioso film di René Clément del 1952, Giochi proibiti, Paulette, la piccola protagonista, in piena seconda guerra mondiale sfugge ai colpi della mitragliatrice per inse­guire il suo cagnolino. Al contrario dei suoi genitori, che re­stano uccisi, lei si salva ma anche il cagnolino muore. La bim­ba vaga da sola finché non incontra un altro bambino, Mi­chel, figlio di contadini, che la porta a casa sua. Michel che al contrario di Paulette ha nei confronti degli animali un com­portamento sadico aiuta Paulette a dare sepoltura alla bestio­la e tra i due si instaura una profonda amicizia cementata da un gioco proibito: costruire un cimitero per gli animali ruban­do le croci alle tombe del cam­posanto locale. Il gioco è il mo­do di rispondere alla brutalità della guerra e, nel caso di Mi­chel, anche all’insensibilità del­la vita famigliare.

Il gioco ci aiuta a crescere, a mettere in scena le nostre insi­curezze, a esprimere le nostre fantasie, a gioire, a rischiare en­tro limiti accettabili, a stare con i coetanei, a muoversi fisica­mente e mentalmente, ad arric­chire e meglio tollerare una real­tà quotidiana non sempre piace­vole. Ma il gioco infantile non è più tale quando diventa piatta imitazione, riproduzione accu­rata nei dettagli di ciò che si ve­de, anzi si subisce, nella realtà quotidiana in casa o nel proprio quartiere. Bambini che interpre­tano papà e mamma che litiga­no, si insultano, si picchiano non stanno giocando. Bambini che confezionano finte dosi di cocaina non stanno giocando. Piccoli avviati al peggiore degli apprendistati che prevede una precoce uscita dall’infanzia e un altrettanto prematuro ingresso in una infinita adolescenza. Il tutto, a proposito di cocaina, in un periodo in cui è anco­ra diffusa la ingiustificata illusione che questa droga sia, per così dire, diversa dalle altre. Da droga dei ricchi, come la si riteneva un tempo, è diventata sostanza sempre più facilmen­te disponibile per quasi tutte le borse.

I numeri sono allar­manti ma ancora più allarmante è la percezione di minore pericolosità di questa droga, quasi una supina accettazione della sua normalità. Se la usano in tanti, qualcuno può pensa­re, vuol dire che non è altro che un efficace "aiutino" a supe­rare le difficoltà della vita. Non ci si può meravigliare se, in questa diffusa ignoranza sui gravissimi danni dell’uso di co­caina, prosperino Paesi produttori, intermediari e spacciato­ri, per non parlare di quei poveri bambini che confezionano finte dosi imitando ciò che vedono in casa o nel quartiere e ai quali non si può chiedere che si rendano conto di cosa stan­no imparando da chi, per denaro, è pronto a togliere loro an­che l’infanzia.

Fulvio Scaparro

24 luglio 2009

 

 

 

 

A scuola i bambini giocano allo spaccio

In una elementare bustine "originali", accendini portati da casa e gomme sbriciolate per fare la polvere

MILANO - Lo facevano per­fino meglio degli adulti, che senza saperlo, o non volendo vedere, glielo avevano insegna­to. Quarta classe di una scuola elementare: tiri tu o tiro io che giochiamo alla droga? Simula­zione di spaccio di cocaina, confezionata con i reali arnesi del mestiere e una certa mae­stria. Una pellicola di cellopha­ne, di quelle per contenere gli alimenti da frigo, e un accendi­no per sigillare, dosando il giu­sto la fiamma. Falsa era solo la polvere bianca, una gomma per cancellare sbriciolata e infi­lata nel cellophane. All’interval­lo, i bimbi si riunivano: chi vendeva, chi comprava, chi of­friva sconti.

Le indagini sono state com­pletate, la scuola ha preso prov­vedimenti. "Darete la colpa a noi, direte che non abbiamo vi­sto, non ci siamo accorti", si piange addosso una maestra. L’allarme l’ha dato una mam­ma. Un giorno che preparava una torta, in cucina s’è visto il figlioletto inventarsi chimico. Lì, sul tavolo. Le bustine, l’ac­cendino, la gomma... Allora ha domandato, lui ha raccontato che è iniziato per quel compa­gno, che ha portato la novità, tutti l’hanno prima invidiato, quindi ammirato, infine gli so­no andati dietro, cercando di superarlo. Dice un poliziotto, uno che arrestandoli anche quattro vol­te nell’arco di trent’anni, ha vi­sto ragazzini diventare adole­scenti, padri e nonni — tutto subito, in fretta, intervallato dalla galera —, dicevamo, rac­conta il poliziotto che ha avvi­cinato un bambino, e ha do­mandato: "Mi spieghi cosa fai?". "L’ho imparato da papà. Lo fa ogni sera".

È una Milano che si bagna la bocca con l’Expo e si sporca sempre più il naso con la cocai­na. La coca si abbassa di prez­zo, si svende, esonda, ma "tan­to non importa, è accettata, tol­lerata ", è il ritornello di certi investigatori, che, dicono, ri­mangono "inascoltati". Cosa volete, replica qualcheduno: sa­rà che i fari sono puntati altro­ve, di questi tempi fanno cassa altre battaglie, del resto "pippa­no tutti", e i vicini di casa e i colleghi e l’amico. E poi, in fondo, se è vero che ogni emergenza ha il suo tempo per il clamore, magari la cocaina ha già perso il treno e buonanotte: viene da sintetiz­zare così, con un certo freddo, rassegnato (metropolitano?) realismo, il colloquio con due genitori, con i quali siamo stati fuori dalla scuola, "e per fortu­na è chiusa, a me a pensare a settembre mi viene la nausea" dice la mamma. La donna indi­ca una finestra, "la classe è quella". Il marito la cinge con un abbraccio, lei non lo rifiuta, anzi; sembra di star davanti a una perdita, che si piange e rimpiange. "Lo sa che in casa alle otto di sera già tiro giù le tapparelle? Quante brutte cose ci sono in strada che mio figlio può vedere? La sa la storia del­le sentinelle?". C’è un palazzo, nei dintorni, con begli alberi nel giardino. All’ingresso di un androne si spaccia. Vicino agli alberi, dodi­cenni montano la guardia. Se passa qualcuno in odore di por­tar guai — la polizia o un tossi­co in astinenza e senza un euro — si fa un fischio, e quelli che spacciano scompaiono. Più si fischia e a fine nottata più si viene premiati. Naturalmente con la coca. Semplice, sempli­cissimo, insomma un gioco.

Andrea Galli

24 luglio 2009

REPUBBLICA

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L'UNITA'

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